PROSA
METTICI LA MANO
Di Maurizio de Giovanni
Napoli, primavera del 1943. Una tarda mattinata di sole viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati e il pericolo di un nuovo e devastante bombardamento.
La scena è uno scantinato che fa da rifugio improvvisato. In un angolo del locale una Statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa. È qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, e il Brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha appena sgozzato nel sonno il Marchese di Roccafusca, di cui la ragazza era la cameriera.
Mentre fuori la porta le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, il dialogo tra i tre occupanti del rifugio si fa sempre più profondo e serrato, con una serie di riflessioni sulla vita, la morte, la giustizia, la fede, ma anche la fame e l’arroganza del potere. Mentre apprendiamo cosa sia realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, Bambinella si trasformerà in un avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso ma accorato.
Un viaggio dalla straordinaria e immaginifica penna di Maurizio de Giovanni al palcoscenico.
Con Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra
Regia Alessandro D’Alatri
Produzione Teatro Diana | Centro di produzione teatrale
Campagna raccolta fondi
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