La storia
180 anni di storia a fasi alterne
Progettato dall’architetto lecchese Giuseppe Bovara ispirandosi al Teatro alla Scala di Milano e costruito nel 1843-44 in stile neoclassico, il Teatro della Società presenta una facciata impreziosita da lesene, capitelli ionici e timpano.
A promuoverne la realizzazione sull’area “EI Pràa“ – il largo spiazzo fra il Caldone e l’antico Albergo della Croce di Malta, concesso dal Comune di Lecco a seguito della richiesta avanzata nel giugno 1823 da undici dei quattordici comuni della ex pieve di Lecco di dotare la città di Lecco di un teatro – fu una società composta da esponenti dell’alta borghesia e della nobiltà locale che decise di acquistare un palco in assoluta ed esclusiva proprietà.
L’interno venne progettato a tre file di palchi – separati da colonnine di pioppo e con decorazioni a blocchi di cartapesta dorata sulle fasce, opera dell’intagliatore Giacomo Mattarelli – con un loggione. La volta della sala teatrale fu affrescata con figure d’ispirazione mitologica, putti e festoni dalle tenui tinte celesti e rosate. Da Andrea Mantegazza, fu dipinto a tempera il sipario raffigurante l’ingresso di Azzone Visconti a Lecco, impiegato fin dall’inaugurazione, il 23 ottobre 1844, con la rappresentazione dell’opera Anna Bolena di Gaetano Donizetti. Pregevole il ridotto, con pavimento di legno intarsiato.
Il Teatro della Società subì nel tempo numerosi interventi di modifica. Nel 1884 venne ampliato con la costruzione in stile umbertino dell’ala sul lato frontale sinistro, progettata dall’Ing. Riccardo Badoni con varianti apportate dall’Ing. Attilio Bolla.
Chiuso dal 1951 al 1967 perché inagibile rispetto alle nuove norme del pubblico spettacolo, fu restaurato dal 1967 al 1969, su progetto dell’Arch. Giovanni Rigoli, con l’eliminazione della veranda del caffè e della pensilina in ghisa sopra ai tre portoni e l’abbattimento dell’abside. Durante questo intervento andarono purtroppo persi gli affreschi sulla volta della sala teatrale, coperti da uno strato di amianto: nel 1979, il pittore Orlando Sora fu pertanto incaricato dal Comune di ridipingerla, realizzando, sul substrato di amianto, un acrilico dedicato alla rappresentazione delle età della vita.
Affidato in gestione dal 1969 al fino al 1984 ad una Commissione Amministratrice di nomina comunale – che si preoccupò di arredare i tre locali del ridotto con mobili di pregio, cimeli e ritratti di lecchesi illustri – rimase chiuso dal 1986 al 1995 per nuovi interventi di adeguamento e manutenzione straordinaria da parte dell’Amministrazione comunale, che nel biennio 1986-1987 ne aveva assunto la completa gestione.
Nel 1995 fu riaperto con agibilità provvisoria per una capienza complessiva di 462 posti, ridotta poi ulteriormente nel 2016 a 395 posti.
Il 31 maggio 2017 fu nuovamente chiuso.
Campagna raccolta fondi
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